Cesare in Egitto, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 CESARE IN EGITTO
 
 
    Dramma per musica da rappresentarsi nel famosissimo teatro Grimani di San Giovanni Crisostomo l’autunno dell’anno 1735, dedicato a sua eccellenza il signor Luiggi del sacro romano impero, conte di Salbourg, consigliere di guerra, cavaliere della chiave d’oro, general di battaglia, colonnello, commissario e amministratore della cassa di guerra di sua maestà cesarea cattolica, eccetera.
    In Venezia, MDCCXXXV, per Marino Rossetti, con licenza de’ superiori.
 
 Eccellenza,
    io le consacro quest’opera, della quale essendo l’eroe Giulio Cesare, par che se ne dovesse la sua dedicazione ad un personaggio, ministro prescelto e distinto del grande augusto regnante, come lo siete voi, eccellentissimo signore. Io peraltro non avrei osato di comparirle dinanzi con questa offerta, se non fosse sostenuto il mio ardire da una commune approvazione. Il teatro famoso Grimani, la magnificenza dello spettacolo ed il tempo in cui apparisce questo componimento lo rendono corrispondente al gran merito di vostra eccellenza che riscuote universale la stima, perché adornato di sangue illustre e adorabili e generosi costumi. Per riconoscer chi voi siete, basta additare il vostro carattere ed il posto glorioso in cui presiedete. Spero dunque che l’eccellenza vostra non riflettendo alla mia audacia, voglia almeno gradire il dono, se di gradimento non riconosce degno il suo donatore. Con questa fiducia consolo la confusione de’ miei voti ed incoragisco il pensiero, prostrandomi di umiliare a’ suoi piedi il mio ossequioso rispetto, nel mentre che mi do l’onore di sottoscrivermi di vostra eccellenza devotissimo, obbligatissimo e umilissimo servitore.
 
    Domenico Lalli
 
 
 ARGOMENTO
 
    Vinto Pompeo Magno da Cesare nei campi di Farsaglia, tolse seco la moglie Cornelia e Sesto suo figlio, con i quali e con altri senatori del suo partito fuggì in Egitto, dove sperava che il giovane re Tolomeo, al padre di cui aveva egli ricuperato il regno, lo dovesse amorevolmente raccogliere e favorire contro il nemico. Ma persuaso quel principe dal consiglio crudele d’Achilla a meritarsi la benevolenza del vincitore colla morte di Pompeo, in quella nave che mandò per riceverlo, lo fece perfidamente trucidare, indi troncatagli la testa la riservò alla venuta di Cesare, a cui doppo alquanti giorni approdato in Alessandria con altri prigionieri l’offerse in dono. Lunge però da riportarne egli lo sperato gradimento, procurò Cesare di vendicare l’assassinio e favorendo contro Tolomeo la sorella Cleopatra, che smisuratamente amava, dopo un combattimento avuto con il popolo d’Alessandria, nel quale pericolò tanto che dovette salvarsi a nuoto, gli riuscì finalmente di farla regina. Su questo rapporto che si fa diffusamente dalli scrittori della storia romana, ha l’autore fondati gl’altri verisimili accidenti che compongono l’intreccio di questo drama.
    Le parole numi, dei, fato, eccetera sono voci poetiche.
 
 
 ATTORI
 
 GIULIO CESARE
 (il signor Felice Salimbeni, in attual servizio di sua maestà cesarea cattolica)
 TOLOMEO re d’Egitto
 (il signor Angelo Amorevoli)
 CORNELIA moglie di Pompeo Magno
 (la signora Vittoria Tesi Tramontini)
 CLEOPATRA sorella di Tolomeo e regina d’Egitto
 (la signora Margherita Giacomazzi)
 LEPIDO senatore romano amante di Cornelia
 (il signor Lorenzo Saletti, virtuoso di sua altezza serenissima principessa di Toscana)
 ACHILLA generale di Tolomeo
 (la signora Anna Caterina Della Parte)
 SESTO POMPEO fanciullo
 
    La musica è del signor Giminiano Giacomelli. Inventore e direttore de’ balli il signor Gaetano Grossatesta.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: porto d’Alessandria con navi e soldati romani che sbarcano con Giulio Cesare; portici della reggia di Tolomeo; atrio magnifico corrispondente alla gran piazza d’Alessandria ed al palazzo reale.
    Nell’atto secondo: ritiro delizioso nei giardini reali; piazza e foro d’Alessandria, a capo di cui vi è un gran ponte sopra un braccio di mare.
    Nell’atto terzo: camera remota negl’appartamenti reali; attrio magnifico che introduce al tempio, ove si vede il simulacro di Pompeo.
    Inventore delle scene il signor Antonio Joli; inventore degl’abiti il signor Nadal Canciani.